L’ormone correlato alla crescita e all’appetito, noto con il nome di ghrelina, è alterato in una classe specifica delle forme di epilessia dell’infanzia. Prove a favore di una riduzione dei livelli dell’ormone ghrelina nei bambini con epilessia appartenente alle classi delle forme “generalizzate” arriva dal paper “Prospective Evaluation of Ghrelin and Des-Acyl Ghrelin Plasma Levels in Children with Newly Diagnosed Epilepsy: Evidence for Reduced Ghrelin-to-Des-Acyl Ghrelin Ratio in Generalized Epilepsies” recentemente pubblicato sul Journal of Personalized Medicine.
Lo studio è stato realizzato dall’équipe del prof. Giuseppe Biagini (Università di Modena e Reggio Emilia, Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze) nell’ambito del progetto “Ghrelin as a biomarker of response to antiepileptic drugs”, tra i vincitori del Bando Ricerca FM. Presentiamo qui la traduzione dell’abstract dell’articolo a cura del prof. Biagini, che ringraziamo per il contributo.
I bambini affetti da epilessia in cui i farmaci antiepilettici risultano essere efficaci presentano dei livelli più elevati dell’ormone ghrelina nel sangue, in particolare se confrontati con i bambini in cui i farmaci antiepilettici non producano gli effetti desiderati. Non è noto se tale differenza nella concentrazione della ghrelina nel sangue dipenda da un effetto degli stessi farmaci antiepilettici. Per chiarire questo dubbio, abbiamo studiato in modo prospettico la concentrazione dell’ormone ghrelina totale (ovvero tutte le forme di ghrelina rilevabili nel sangue) e la concentrazione della desacil-ghrelina, una forma diversamente attiva di ghrelina inizialmente denominata “ghrelina inattiva”, per caratterizzarne le eventuali variazioni in seguito all’inizio della terapia con farmaci antiepilettici. La tecnica per valutare la concentrazione degli ormoni è stata quella del saggio immunoenzimatico.
I bambini oggetto del nostro studio sono stati scelti in base ai seguenti criteri: i) bambini giunti all’osservazione del neuropediatra per un sospetto di epilessia; ii) età compresa fra zero e sedici anni; iii) firma del consenso informato da parte dei genitori o del tutore legale. Sono stati esclusi dallo studio i bambini affetti da malattie metaboliche acute o croniche, oppure i bambini che avessero manifestato una crisi epilettica ma che non fossero affetti da epilessia. Nel nostro studio, sono stati seguiti 50 bambini, seguiti da più centri neuropediatrici in regioni italiane differenti, nel corso di un periodo di un anno.
Con poche eccezioni, tutti i bambini coinvolti nello studio hanno manifestato una risposta terapeutica ottimale ai farmaci somministrati. Non sono state riscontrate differenze tra la concentrazione plasmatica di ghreina totale, o semplicemente quella di desacil-ghrelina, misurate prima della somministrazione della terapia farmacologica, e le concentrazioni degli stessi ormoni misurati a distanza di tempo dall’inizio della terapia, a indicare che i farmaci antiepilettici non hanno determinato alcun cambiamento nella produzione o rimozione degli ormoni studiati. Al contrario, abbiamo notato che nel sangue dei bambini affetti da epilessia di tipo generalizzato era presente meno ghrelina totale rispetto ai bambini in cui si manifestava un’altra classe di epilessia, ovvero quella combinata generalizzata e focale. Inoltre, dopo aver calcolato la concentrazione della sola ghrelina, abbiamo scoperto che il rapporto della ghrelina rispetto alla desacil-ghelina (ghrelina/desacil-ghrelina) era decisamente più basso nei bambini con epilessia generalizzata, rispetto a tutte le altre forme di epilessia.
Pertanto, lo studio suggerisce che i farmaci antiepilettici non alterino la concentrazione di ghrelina e desacil-ghrelina, ma che queste siano marcatamente influenzate da una particolare categoria di epilessia, la quale si associa alla diminuzione della disponibilità di questi due ormoni noti per esercitare un’attività antiepilettica naturale.